L’oro ha continuato a salire la scorsa settimana toccando un massimo di 1218 $/oz (oggi apriamo a 1213 $/oz).
Oltre alle già note preoccupazioni dettate dall’incertezza sulle prossime mosse del neo presidente degli Stati Uniti, a complicare le cose ecco che, nel discorso tenuto martedì scorso, il primo ministro britannico Teresa May ha parlato di «hard brexit», ovvero dell’uscita dell’Inghilterra dal mercato unico europeo.
Hanno influenzato i mercati anche le “preoccupazioni” espresse da Trump sulla forza del dollaro: il biglietto verde ha subito segnato un calo mentre se ne è avvantaggiato l’oro.
La scorsa settimana si sono svolte le riunioni della Fed e Jumpy house della BCE. Per quanto riguarda la prima la Jellen ha detto che ci sono le condizioni per un rialzo dei tassi, ma che la cosa verrà fatta gradualmente e quindi tutto è rimandato a metà marzo; la BCE lascia invece il costo del denaro a zero e continuerà con gli acquisti, anche se ridotti, fino alla fine dell’anno, in attesa di una ripresa che però tarda ad arrivare.
E’ in corso da venerdì e terminerà mercoledì «VicenzaOro January». Nei primi nove mesi del 2016 l’export di preziosi è stato valutato in circa 4miliardi di euro facendo registrare un -5%. Se gli USA hanno fatto segnare un +14% (ma Trump vuole alzare i dazi sulle importazioni), i mercati più importanti per il Made in Italy sono tutti in segno negativo: India -48%, Cina -27%, Russia -20%.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1218,16 mercoledì 18 e la minima di 1196,53 giovedì 19; il dollaro è stato scambiato a 1,0582 lunedì 16 e a 1,0715 martedì 17.
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