L’oro matto

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Oro matto si diceva una volta per indicare quello che oro non era.
Ma c’è chi di questo ne ha fatto un arte, parliamo del probabilmente poco conosciuto Sig. Giulio Galluzzi.


Nato a Codogno nel 1855 si trasferì nel 1878 a Casalmaggiore (al centro del triangolo formato da Mantova, Parma e Cremona) dove, nel 1882, fu il primo a realizzare in Italia una lastra di metallo placcata d’oro, non attraverso il procedimento galvanico, ma con l’utilizzo di una pressa metallica l’oggetto veniva ricoperto su entrambe le facce da una lamina d’oro.
Da questo sorse una fiorente ditta di produzione di bigiotteria che arrivò ad esportare in tutto il mondo: dalle spille agli orecchini passando anche dai portasigarette agli occhiali, a tutto ciò che la fantasia suggeriva.
Nel 1920 le varie attività confluirono nella «Società Anonima Fabbriche Riunite Placcato Oro» (che poteva vantare ben 400 operai nel ’29), una storia che proseguì fino alla metà degli anni ’70 quando cessò l’attività.
A questo punto tutto il ricchissimo patrimonio di attrezzature e l’intero campionario rischiavano di andare dispersi, ma fortunatamente un gruppo di ex-dipendenti costituì l’ «Associazione Amici del Bijou di Casalmaggiore» che nel 1985 ha donato un museo al comune:

«Un museo assolutamente unico in Italia: oltre 20mila pezzi fra anelli, collane, bracciali, orecchini, dalla fine dell’800 al 1970. Un bijou di museo per appassionati di vintage e amanti del bello. Ma anche laboratori didattici e professionali per creare con il gusto e i materiali di oggi»

Che ne dite, una meta interessante per una gita fuori porta, no?

Museo del bijou

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by TriplaW
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