«Lombard street» a Londra (ma anche a San Francisco), «Rue des Lombards» a Parigi, il «tasso lombard» in Germania: perché tutti questi richiami alla nostra regione?
Bisogna partire da molto lontano, da poco dopo l’anno mille, quando i mercanti italiani avevano in mano le redini dell’economia europea, era il periodo durante il quale la moneta comune europea erano il fiorino di Firenze ed il ducato di Venezia.
Naturalmente questi mercanti non erano solo lombardi, entravano in gioco anche quelli di Genova e, soprattutto, di Venezia, così come i banchieri toscani.
Genova era allora chiamata la «porta della Lombardia»; da Venezia, risalendo il Po fino a Pavia, giungevano le merci provenienti dall’oriente. I banchieri toscani (ricordiamo, tra le altre, le famiglie dei Bardi di Firenze, dei Bonsignori di Siena, dei Riccardi di Lucca) non solo inventarono tecniche all’avanguardia per quei tempi come le cambiali od i titoli di credito, ma finanziavano anche le case regnanti di Francia ed Inghilterra, oltre al papato.
A quei tempi il prestito di denaro dietro interessi era condannato dalla Chiesa come usura (condanna ribadita ancora al Concilio di Vienne del 1311; gli usurai non potevano neppure essere sepolti nei cimiteri consacrati), così che questa attività era praticamente in mano agli ebrei. Poi, un po’ alla volta, cambiò l’approccio (i francescani aprono il primo «banco dei pegni»), anche perché il papato, specialmente da Avignone in poi, divenne forse l’istituzione più ricca d’Europa.
Le famiglie sopraccitate erano dunque ai tempi delle vere e proprie potenze economiche (per la cronaca, la moglie di un Bardi fu la Beatrice di dantesca memoria), ma ciò fu anche la loro rovina perché quando, nel 1345, Edoardo III d’Inghilterra si rifiutò di restituire gli ingenti prestiti ricevuti per la guerra dei «Cento Anni» le famiglie dei Bardi e dei Peruzzi dovettero dichiarare fallimento.
Andò peggio ai Templari che, solo qualche decennio prima (1307), vennero eliminati fisicamente dal re di Francia Filippo il Bello pur di non dover rendere i capitali ricevuti in prestito.
A memoria di quel periodo rimangono così solo i nomi delle vie dove avevano sede quei mercanti, mentre in Germania si chiama ancora «tasso lombard» il tasso d’interesse a breve termine contro presentazione di titoli di credito.
Bei tempi quelli dove lo spread era a favore dei “lombard” !
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