Una sentenza della Corte di Cassazione (gennaio 2013) ha sancito una verità che vorremmo definire lapalissiana.
Ha infatti confermato la decisione di non restituire degli oggetti sequestrati, oggetti che riportavano il marchio «Arg» e nei quali, invece, la presenza del metallo prezioso era praticamente nulla (tra l’altro ad ogni oggetto era stato anche legato un cartellino che certificava la loro realizzazione in argento!).
Il ricorrente aveva sostenuto che il basso prezzo a quale gli oggetti erano venduti avrebbe dovuto far capire al cliente che non si trattava d’argento.
Incredibile: si commette un reato punzonando in modo fraudolento e ci si difende scaricando sull’ignaro cliente la responsabilità !
Davvero siamo il paese degli azzeccagarbugli!
Comunque questo ci serve per ricordare a tutti di attenersi a due semplici accorgimenti:
1) appoggiarsi sempre ad una gioielleria di fiducia
2) verificare sempre la punzonatura riportata sugli oggetti che si vogliono acquistare.
Per quanto riguarda i titoli rimandiamo a due nostri precedenti articoli, uno sull’oro e l’altro sull’argento, mentre per come si devono presentare ecco il «Decreto del Presidente della Repubblica – n. 150 – 30 maggio 2002».
Ricordiamo inoltre che gli oggetti, oltre al titolo, devono anche riportare il numero di identificazione del produttore.
Ott 10
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