Le agenzie di rating

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Un’autorevole definizione le ha bollate come «il più grande potere incontrollato del sistema finanziario internazionale», eppure le vediamo ancora, con le loro valutazioni, tenere nelle mani le sorti di intere nazioni.


E questo nonostante avessero garantito, ancora qualche giorno prima del loro fallimento, la solidità della Enron o della Lehman Brothers, per citare solo due tra i casi più eclatanti, riducendo in questo modo ai minimi termini la loro reputazione (e riducendo sul lastrico milioni di persone!): come è possibile?
Perché sono le stesse istituzioni politiche e finanziarie a conferire loro autorevolezza.
Sono le banche centrali che si basano sulle loro valutazioni per decidere quali titoli accettare a garanzia e quali no; sono i politici dei vari «Basilea» che fanno riferimento ai loro voti per valutare i rischi; sono le società che emettono titoli e le ingaggiano come consulenti anche se sono le stesse società che dovranno poi valutarli.
Negli USA qualcosa si sta muovendo per impedire questi palesi conflitti d’interesse ed ora le agenzie possono essere condannate nel caso di valutazioni poco corrette: la SEC (Securities and Exchange Commission), l’autorithy finanziaria americana, sta infatti valutando la possibilità di far causa per frode ad alcune delle più importanti agenzie di rating. L’Esma, la nuova autorità europea per i mercati finanziari, ha deciso di controllare le attività delle agenzie dopo che dei rapporti del FMI e della BCE hanno provato la loro responsabilità nell’attuale situazione di instabilità finanziaria.
E’ stata anche avanzata l’ipotesi di creare un’agenzia europea di rating perché delle più importanti al mondo Standard & Poor’s e Moody’s sono americane mentre Fitch Ratings è di proprietà francese, e queste tre agenzie coprono più del 50% del mercato “controllando” più di 30mila miliardi di dollari.
L’economista Marco Vitale ha affermato: «Da tempo considero le società di rating un grave pericolo per i loro insanabili conflitti di interesse, per l’oscurità dei metodi da loro adottati, per una serie impressionante di errori o leggerezze da essi fatti, perché non credo che siano indipendenti, perché in pratica sono una specie di oligopolio monopolistico inaccettabile».
E allora: chi controlla i controllori?

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by TriplaW
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