Quando i mercati sono in qualche modo perturbati, sempre più spesso il “colpevole” risulta essere la Cina.
Vediamo in che relazione si pone con, ad esempio, il platino, l’oro ed il dollaro.
I cinesi considerano il platino il metallo più prezioso, una preferenza che è stata coltivata con campagne pubblicitarie, stampa e televisione, mirate La domanda, in once, è cresciuta nel primo semestre 2009 dell’ 81% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e la maggior parte è stata impiegata nel campo della gioielleria. In particolare con la vendita di fedi nuziali essendo considerata la data del 2009 di buon auspicio (sono oltre 10 milioni le coppie che ogni anno si sposano ed è previsto un aumento del 6% proprio per il numero 9 che significa «amore eterno»). La Cina ha dunque superato il Giappone ed ora rappresenta il maggior mercato mondiale per le vendite di gioielli in platino.
Vi è inoltre da considerare che il governo cinese sta spingendo la popolazione ad acquistare oro (+ 14% nei primi sei mesi dell’anno), ed argento, con il risultato che, molto probabilmente, già quest’anno la Cina supererà l’India come maggiore acquirente di metalli preziosi.
C’è chi dice che questa politica miri a liberarsi di dollari senza spingere più di tanto il prezzo delle materie prime (lo ha confermato Cheng Siwei all’ultimo workshop Ambrosetti a Villa d’Este: «L’oro è un’alternativa per noi e lo stiamo comprando, certo dobbiamo essere cauti perché quando compriamo noi il prezzo sale e non vogliamo destabilizzare i mercati»). E intanto sta ritirando tutte le riserve d’oro che aveva depositate a Londra.
La Cina è attualmente il più grande produttore mondiale di oro, ma è anche il paese che detiene, si stima, 2000 miliardi di dollari nelle sue riserve, da una parte non ha dunque interesse a svalutare la moneta americana, ma nello stesso tempo, prevedendo che inevitabilmente questo accadrà, o sta già accadendo, sta cercando di liberarsi del biglietto verde (tra maggio e giugno sono usciti 25 miliardi di dollari dalle sue riserve).
I massicci investimenti che il paese sta operando in Asia ed in Africa hanno questo preciso scopo, oltre a quello, naturalmente, di accaparrarsi le materie prime che serviranno al suo prossimo sviluppo: ricordiamo che l’economia cinese si basa oggi soprattutto sull’esportazione di beni mentre il mercato interno è ancora molto limitato (e sono 1.500.000.000 abitanti!).
Nessun dubbio che la Cina sarà il futuro del sistema economico mondiale. Se oggi questo è dominato dagli Stati Uniti, presto lo scenario cambierà. C’è già chi parla di una prossima divisione in blocchi regionali/economici, ognuno con la propria moneta di riferimento, ma questa, per ora, è un’altra storia.
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