E’ ufficiale: la Cina è diventata la seconda economia più grande del mondo.
Ma fra meno di dieci anni sarà probabilmente la prima, basta considerare un dato: è un paese di 1 miliardo e 300 milioni di persone con un reddito pro capite che è dieci volte inferiore, ad esempio, a quello giapponese. E quando il vorticoso sviluppo economico in atto raggiungerà anche le campagne ecco che il sorpasso sarà cosa fatta.
Ma sul piano politico/finanziario la Cina è già il paese leader.
Se gli Stati Uniti si reggono ancora in piedi è solo perchè la Cina dispone di oltre 2800 miliardi di dollari di riserve: ormai in occidente, prima di prendere una qualsiasi decisione economica, ci si interroga su quali reazioni questa provocherà in Cina.
Che, dal canto suo, ha già fatto capire chiaramente quale è il suo obiettivo: far diventare lo Yuan la principale valuta del pianeta, in sostituzione del dollaro. Un primo passo è stato, ad esempio, quello di chiedere al FMI la creazione di una nuova valuta di riserva basata su di un paniere delle principali valute, tra le quali lo Yuan naturalmente, e l’oro. Così come sta stringendo alleanze economiche con vari paesi, non solo della sua area, come Indonesia o Malesia, ma anche con Brasile ed Argentina, tutti paesi con i quali gli scambi commerciali avvengono già in Yuan.
Sarà comunque un passaggio graduale perché, avendo così tanti dollari nei forzieri, alla Cina certo non conviene che il biglietto verde perda di valore troppo e troppo rapidamente. Ma la strategia della Cina è semplice ed è quella di liberarsi dei dollari acquistando tutto quello che è possibile acquistare: compagnie minerarie così come terra coltivabile in Africa e in Sud America, bond governativi (si dice che la Grecia sia ormai “proprietà” della Cina) così come immobili. E’ praticamente suo il monopolio delle «terre rare», , ipotecando in questo modo il futuro sviluppo tecnologico del pianeta.
E naturalmente mettendo le mani sull’oro.
La Cina non è ancora il principale consumatore di metallo giallo, in questo l’India è ancora saldamente avanti (+ 66% nel 2010), ma sta bruciando rapidamente tutte le tappe:
-la Cina nel 2007 è già diventato il primo paese produttore al mondo superando il Sud Africa.
-le importazioni sono state di 210 tonnellate nel 2010 e, secondo la UBS, solo nei primi due mesi di quest’anno ne sono già state importate altre 200 tonnellate.
-le sue riserve auree sono aumentate del 60%, ancora lontane da quelle occidentali (poco più di 8000 tonnellate quelle statunitensi), ma si punta ad arrivare alle 6000 tonnellate, se non alle 10000.
-il governo spinge i privati ad acquistare oro (+70% rispetto al 2009), tanto che adesso la quantità in mano ai privati è già maggiore di quella depositata nei forzieri statali. E si stima che gli investimenti potranno ancora aumentare quest’anno di un 50/70% tanto da quantificare la domanda privata in più di 1000 tonnellate.
Il paese giallo, giallo come l’oro.
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