Bisogna dire che l’oro ha sempre avuto, nelle parole di pensatori e filosofi, una brutta nomea. È sempre stato indicato infatti come fonte di ogni male, di ogni perversione.
Ma forse bisognerebbe ammettere che non è tanto all’oro che bisogna addebitare colpe, ma all’uomo in quanto tale: se questi è corruttibile lo sarà indipendentemente dal modo con il quale verrà comprato.
Ma rileggiamo qualche celebre frase:
– «il valore dell’oro è saggiato con una pietra di paragone, quello degli uomini in base all’oro che possiedono» (Chilone)
– «Essi si meravigliarono molto nel sentire che l’oro, il quale di per se stesso è cosa tanto inutile, sia ovunque e a tal punto stimato, che quegli stessi uomini per i quali fu creato e che gli attribuiscono il suo valore sono ciò nonostante ritenuti meno preziosi di lui» (Tommaso Moro)
– «(l’oro) figlio di Zeus, non divorato dalle tarme né corrotto dalla ruggine, suprema possessione che divora la mente dell’uomo» (Pindaro)
– «Colui che beve dall’oro o dall’argento beve il fuoco dell’inferno» (Maometto)
– «Quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza» (Erasmo da Rotterdam)
E ricordiamo anche cosa predisse Lenin: «con l’oro si faranno gli orinatoi delle grandi città»…
Povero oro, così bistrattato!
Consoliamoci almeno con i proverbi che, al contrario, restituiscono (quasi) sempre all’oro un immagine più poetica, da «Il mattino ha l’oro in bocca» al «Tutto è fumo e vento, fuorché l’oro e l’argento», dal «Chi pesca con l’amo d’oro, qualcosa piglia sempre» a «La parola è d’argento, il silenzio è d’oro».
Aprile 4th, 2017 at 09:32
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