Utilizziamo spesso, riferendoci alle quotazioni dell’oro, i termini «supporto» e «resistenza»: cerchiamo di specificarne meglio il significato.
Partiamo però da un po’ più lontano parlando di «trend», un concetto fondamentale sul quale si basano le analisi tecniche.
Il trend è, semplicemente, la direzione, che possiamo tradurre in un grafico, verso la quale si muove ciò che stiamo analizzando, insomma la tendenza, ovvero se, in questo caso il prezzo dell’oro, sta salendo oppure scendendo.
Sul grafico, dove abbiamo annotato tutte le variazioni di prezzo, tracciamo una riga ad unire almeno due punti (anche se il trend è significativo con almeno tre punti), ci ritroveremo così ad avere un «trend rialzista» o un «trend neutrale» o un «trend ribassista» a seconda di come si sono evolute le quotazioni.
Chiaramente le oscillazioni di un prezzo nel breve periodo sono poco significative mentre risulta più chiaro l’andamento se lo guardiamo nel lungo termine, ecco allora che si parla di tre tipi fondamentali di trend: «trend a breve» (l’osservazione varia da qualche giorno a qualche settimana), «trend secondario» (da qualche settimana ad un anno) e «trend primario» (una durata temporale superiore all’anno).
Facciamo ancora un passo avanti e parliamo di «canale» che è l’evoluzione naturale del trend. Si ottiene tracciando una linea (che tocchi almeno due punti) parallela alla linea di trend precedentemente individuata, in questo modo andremo a definire la banda di oscillazione entro la quale si sono mosse le quotazioni.
E siamo arrivati finalmente a «supporto» e «resistenza».
Analizzando un grafico balza subito all’occhio il punto dove si è interrotto un «trend ribassista», questo valore viene definito «supporto»; al contrario il punto dove si interrompe un «trend rialzista» è detto «resistenza».
Perché questi due valori sono importanti, perché individuano il valore con il quale, diciamo così, acquisti e vendite si equivalgono e questo significa che un superamento di questo livello sposterà l’asticella dei prezzi più in alto o più in basso: i prezzi cioè sono destinati a salire o a scendere perché, in quel momento, hanno prevalso i venditori o gli acquirenti (ma attenzione ai falsi break out).
Naturalmente quello che se ne ricava non sono numeri esatti, ma solo uno strumento di previsione di quello che potrebbe essere l’andamento del mercato.
Ecco l’esempio di un grafico tratto dai nostri «Consilia Aurea»:
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