Rottura del supporto

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Le ultime due settimane hanno visto l’oro infrangere il supporto a 1.180 $/oncia accompagnato da un forte incremento della volatilità implicita. Come detto più volte, questo livello numerico rappresentava la linea di forte supporto tecnico grafico essendo stata toccata e non violata per ben tre volte nell’ultimo anno e mezzo.

Tecnicamente il mercato mondiale dell’oro è uno tra i più liquidi in assoluto essendo supportato, oltre al mercato fisico, dal mercato dei derivati di NY ovvero il Comex.
Fin dalla loro invenzione, i derivati, hanno permesso cheap water trampoline for sale agli operatori commerciali di qualsiasi settore delle materie prime di poter “coprire” la propria produzione dalle future oscillazioni di prezzo attraverso l’utilizzo di contratti derivati vendendo a termine a un prezzo stabilito oggi.

La controparte del contratto “futures” si assume il rischio che il prezzo a termine sia diverso dal prezzo pattuito oggi, guadagnando in caso sia più alto viceversa perdendo se il prezzo è più basso (contratto Long). Potrebbe però essere il contrario nel caso dei contratti Short.
Queste controparti, opposte ai “Commercials” si chiamano “Large speculators” e garantiscono la liquidità necessaria al mercato, sia questo quello dell’oro o del succo d’arancia.

Questi operatori, utilizzano molto i futures in prossimità di livelli tecnico grafici di rilievo. Per esempio proprio il livello 1.200 $/oz vedeva un forte affollamento di contratti cosiddetti di “stop loss” ovvero di chiusura di contratti long e apertura di contratti short in caso di rottura al ribasso del prezzo di 1.180/1.200.

L’annuncio da parte della Fed di concludere dopo 6 anni il Quantitative Easing e il passaggio del testimone alla BoJ (Banca centrale Giapponese), che ha annunciato a sorpresa un forte incremento del QE, hanno innescato un rally del dollaro che ha colpito le materie prime. Questo ha fatto scattare tutti gli stop loss in prossimità di 1.200 $/oz e invogliato l’apertura di contratti short convinti dall’obiettivo più volte annunciato di un prezzo a 1.000 $/oz nel prossimo futuro.

Come se non bastasse, a mezza notte ora europea del 4/5 novembre, un “misterioso” Large Speculator ha aperto 13.000 contratti short (equivalenti a 1,5 miliardi di $) in 3 minuti. Istantaneamente il prezzo è precipitato a 1.140. Ora il numero di contratti short è enorme e il consenso è praticamente unanime: ribasso.

Ma è proprio in queste situazioni che la maggioranza degli speculatori viene punita, ovvero quando sono tutti dalla stessa parte potrebbe partire un movimento contrario che spiazza tutti e li obbliga a chiudere le posizioni e a invertirle, il cosiddetto “Short covering, o short sqeeze”, lo strizza short.

12.10

 

Venerdi 7 novembre ne è un esempio. Alle ore 5:59 europee, il prezzo dell’oro è sceso fino a 1.130 per poi un’ora dopo recuperare e iniziare una salita di 50 $ e chiudere la giornata a NY a 1.178 con un + 3,50% che probabilmente ha tolto il sonno e innervosito il week end a tutti coloro che sono Short.

Ora, la rottura tecnica di 1.200 avrà bisogno di tempo per essere riparata, l’oro potrebbe continuare la sua discesa verso mille oppure riprendere i 1.200. Resta il fatto che i fondamentali sono a favore del bene rifugio, e che prima o poi questi ultimi tre anni di discesa del prezzo dell’oro termineranno e l’Orso lascerà il posto di nuovo al Toro. I mercati sono sempre stati e sempre saranno “Ciclici”.

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by TriplaW
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