Come sottolineavamo nel post precedente basta una sola notizia a muovere il prezzo dell’oro in una direzione o nell’altra:
(-) a far scendere le quotazioni era stata prima la pubblicazione dei dati, abbastanza positivi, sulle non-farm payrolls americane
(+) poi c’è stata la notizia dell’aumento dell’inflazione in Cina (dal +2,1% di maggio al +2,6% di giugno) a far risalire il metallo giallo
(+) quindi a spingere l’oro le dichiarazioni di Bernake secondo il quale la FED continuerà con l’attuale politica di QE
(-) ed ecco che a deprimere le quotazioni è arrivata la notizia che la All India Gems & Jewellery Trade Federation non venderà per 6 mesi lingotti e monete d’oro per aiutare il governo a ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti e l’India è il primo consumatore di oro al mondo.
Oscillazioni più marcate per quanto riguarda il prezzo in dollari/oncia, ma siccome, di solito, il valore del dollaro è inversamente proporzionale a quello dell’oro, ecco che, “traducendo” il prezzo in euro non è che sia cambiato molto la scorsa settimana.
Intanto S&P ha pensato bene di abbassare ulteriormente il rating dell’Italia a BBB (manca poco a che i nostri titoli siano considerati “spazzatura”): forse si dovrebbe non prenderli neppure in considerazione questi covi di mestatori.
A maggio la disoccupazione in Europa ha raggiunto, con il 12,2%, il suo massimo storico. Ma la BCE dice che entro l’anno le cose miglioreranno: aspettiamo.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1218,30 lunedì 08 e la massima di 1299,10 giovedì 11; il dollaro è stato scambiato a 1,2770 martedì 09 e a 1,3175 giovedì 11.
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