E l’oro raggiunge nuovi record: è mancato un nulla per toccare i 1600 $/oz.
I motivi sono sempre i soliti, la crisi del debito in Europa (dopo il Portogallo è toccato anche all’Irlanda veder diventare «spazzatura» i propri titoli) mentre in America la ripresa è sempre debole e Bernanke, presidente della FED, ha detto che la banca centrale americana potrebbe intervenire ancora con misure di «quantitative easing» (immissione di nuovo denaro sul mercato).
Qualcuno torna a parlare di bolla, ma la corsa all’oro ha dei motivi ben precisi, sotto gli occhi di tutti, tanto per citarne due gli acquisti da parte delle banche centrali e gli investimenti dei privati in Cina dove è esplosa l’inflazione.
Chiaramente potranno esserci delle oscillazioni, dovute soprattutto agli investitori che potrebbero vendere per incassare la plusvalenza, ma finché la situazione economica mondiale non muterà l’oro resterà sempre il bene rifugio per eccellenza.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1542,91 lunedì 11 e la massima di 1594,28 venerdì 15; il dollaro è stato scambiato a 1,3844 martedì 12 e a 1,4242 giovedì 14.
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