E’ un mercato in perenne, instabile equilibrio: basta una voce per spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.
Ad inizio di settimana i timori per la tenuta del sistema bancario europeo (il Wall Street Journal aveva sollevato dubbi sull’attendibilità degli «Stress Test») avevano spinto l’oro verso nuovi record. Ne ha approfittato anche l’argento per toccare i livelli massimi degli ultimi due anni.
E così c’è anche chi si è divertito a fare i conti in tasca a Bankitalia calcolando che le nostre riserve auree in un solo mese si sono rivalutate di quasi 7 miliardi di euro (per un totale di 78).
Poi sono bastate alcune statistiche positive provenienti dagli USA per invertire la tendenza e riportare così l’oro sotto i 32 euro al grammo.
Mentre il cambio euro-dollaro rimane sostanzialmente stabile, il biglietto verde crolla invece rispetto allo yen toccando il minimo da 15 anni a questa parte.
La quotazione massima dell’oro è stata di 1261,75 dollari/oz mercoledì 8 e la minima di 1240,55 venerdì 10; il dollaro invece è stato scambiato a 1,2913 lunedì 6 e a 1,2668 mercoledì 8.
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