La convinzione prevalente in questo momento tra gli analisti è quella che, nel breve, le quotazioni dell’oro rimarranno altalenanti attorno ai valori attuali per poi riprendersi, consigliano quindi di approfittare dei prezzi convenienti per acquistare.
Ma intanto tengono d’occhio il mercato degli ETF dove continuano le vendite che, nel mese di febbraio, sono state di circa 110 tonnellate. Ne rimangono comunque più o meno 2500 tonnellate nei caveaux. In compenso le banche centrali continuano ad acquistare (Sud Corea + 20 tonnellate a febbraio).
Ciò che può incidere di più in questo momento è la guerra delle valute, tutti cercano di tenere basso il valore della propria moneta (vedi le ultime mosse del Giappone e dell’Inghilterra) anche per favorire le esportazioni.
Le preoccupazioni per la zona sud dell’Europa (Spagna, Italia, Grecia, Cipro) non si dileguano, anzi, si sentono sempre più voci secondo le quali potrebbe essere vicina la fine della moneta unica per l’uscita di questi paesi dall’area euro. O, all’opposto, si ipotizza l’uscita della Germania contraria a politiche monetarie espansive.
La riunione di giovedì scorso della BCE ha lasciato invariato il tasso allo 0,75%; Draghi ha sottolineato che i mercati non hanno reagito negativamente al risultato delle elezioni italiane, anche se l’agenzia Fitch ci ha poi declassato (a quando un’agenzia di rating europea?) e ha confermato la linea attuale della Banca Centrale Europea.
Ricordiamo che dal 1° aprile entra in vigore la norma aggiornata (più restrittiva) sull’impiego del nichel in gioielleria.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1585,56 martedì 05 e la minima di 1565,33 venerdì 08; il dollaro è stato scambiato, nella stessa giornata di venerdì 08, prima a 1,2958 e poi a 1,3127.
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