Venerdì sono stati pubblicati alcuni dati economici USA (unemployment e non-farm payrolls) che si sono rivelati leggermente più positivi di quello che ci si aspettasse e questo è bastato a ributtare l’oro sotto i 1300 $/oz.
Intanto però la BCE aveva abbassato il tasso d’interesse portandolo al minimo storico dello 0,25% il che vuol dire che l’economia europea non sta dando segni di ripresa.
La Cina avrebbe comprato altre 300 tonnellate d’oro solo nei primi sei mesi di quest’anno, stando alle valutazioni di alcuni esperti; il condizionale è d’obbligo perché la grande muraglia non lascia trapelare molte informazioni: l’ultima comunicazione effettuata al Fondo Monetario Internazionale risale infatti al 2009.
Adesso anche in Svizzera qualcuno sta chiedendo a gran voce che i lingotti d’oro delle riserve siano rimpatriati dalla Gran Bretagna e dal Canada e vengano conservati nei caveaux del paese. Ma proprio su un giornale ticinese un ex operatore di Goldman Sachs ha dichiarato che «L’oro della Federal Reserve si trova in Cina. L’oro che la Germania aveva depositato nei forzieri della Fed si trova sia in Cina che a Hong Kong»: le riserve aure dell’occidente ormai esistono solo sulla carta!
E sempre in Svizzera l’Argor-Heraues, una delle più grandi società nel commercio dell’oro, è stata accusata di aver riciclato metallo depredato in Congo nel 2005.
Momento d’oro, è proprio il caso di dirlo, per la zecca statunitense che ha già venduto lo stesso quantitativo di Eagle dello scorso anno (già superate le 755000 once).
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1324,56 giovedì 07 e la minima di 1283,70 venerdì 08; il dollaro è stato scambiato a 1,3541 mercoledì 06 e a 1,3321 venerdì 08.
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