L’oro è ripartito lunedì sopra i 1300 $/oz allontanandosi così dal supporto posto a 1280 $/oz, ma è poi tornato a perdere qualcosa.
La tensione determinata dalla crisi Ucraina pare tenere a galla il metallo giallo che altrimenti in molti vedrebbero in discesa, la situazione rimane comunque estremamente volatile, sia sui mercati che sul campo. Una prima resistenza sarebbe allora posta a 1330 $/oz.
Sembra anche rallentare l’acquisto di oro in Cina, dopo il record fatto registrare a febbraio, rimaniamo comunque attorno alle 85 tonnellate mensili importate da Hong Kong.
La Deutsche Bank da metà maggio non farà più parte della ristretta cerchia delle banche che determinano il fixing dei metalli preziosi; si sapeva da tempo di questo abbandono, ma erano stati fatti dei nomi alternativi che, evidentemente, hanno rinunciato, forse anche a causa dello scandalo che sta montando sulla manipolazione del prezzo dell’oro per la qual cosa sono in corso indagini (e in America sono già state avviate oltre venti class action contro le banche!).
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1304,50 lunedì 28 e la minima di 1287,68 mercoledì 30; il dollaro è stato scambiato a 1,3878 lunedì 28 e a 1,3796 mercoledì 30.
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