Qualcuno aveva detto dell’oro: «dopo il crollo non resta che provare a mangiarlo».
Ma il metallo giallo è sempre pronto a smentire i suoi detrattori e se a giugno quasi tutti lo davano a 1000 dollari/oncia ecco che ora viaggia attorno ai 1400 $/oz.
I mercati finanziari erano e rimangono volatili perché la crisi a livello mondiale non è certo terminata, perché hanno avuto paura quando si è iniziato a parlare di «tapering» (quell’immensa quantità di soldi che non ha mai però raggiunto le tasche dei cittadini, ma ha rimpinguato quelle dei soliti noti) e per i venti di guerra che soffiano sulla Siria (ma tutto il Medio Oriente è caratterizzato da instabilità politica).
Intanto la fuga dagli ETF è cessata, le banche centrali continuano con i loro acquisti, in Asia la vendita di oro è ai massimi (e consideriamo che l’India ha rallentato tantissimo sia per la svalutazione della Rupia che per i vincoli posti dal governo all’importazione di oro). E in Sud Africa, per la prima volta da due anni, è in corso uno sciopero generale che sta bloccando le miniere.
Occorrerà ancora qualche giorno per capire esattamente come si posizionerà l’oro, ma tutto lascia intendere che il bene rifugio per eccellenza è tornato a brillare.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1392,13 lunedì 26 e la massima di 1430,50 mercoledì 28; il dollaro è stato scambiato a 1,3397 martedì 27 e a 1,3192 venerdì 30.
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