Dopo gli scossoni di metà mese la scorsa settimana le quotazioni sono rimaste sostanzialmente stabili, così, invece di elencare numeri, parliamo di prospettive.
Sicuramente fino a quando l’economia mondiale non uscirà dall’attuale crisi che l’attanaglia l’oro continuerà a registrare delle buone valutazioni.
E’ probabile che un deciso, duraturo recupero delle Borse potrà mettere un freno al rialzo del metallo giallo, ma, a breve, non si vedono spiragli in questa direzione. E comunque, l’enorme iniezione di liquidità immessa sui mercati dai vari governi per salvare il salvabile potrebbe produrre spinte inflazionistiche tutte a favore del metallo giallo. Il dollaro, sempre stato il contraltare dell’oro, non riveste più questa funzione, ma se dovesse perdere definitivamente il ruolo di moneta guida del pianeta (la Cina, prima detentrice dei biglietto verde, ha dichiarato apertamente di voler alienare le sue riserve in dollari e di puntare su un paniere di valute di riferimento) l’oro potrebbe ancora avvantaggiarsene.
Dopo il fattore “copertura rischio” l’elemento più importante sarà la ripresa di mercati come ad esempio India e Cina che negli ultimi mesi hanno visto ridursi drasticamente le importazioni di materia prima. E dopo un 2008 da dimenticare ecco che uno dei pochi settori capaci di un trend positivo in questo inizio di anno è quello delle “mining companies” (sono le società che commercializzano materie prime senza lavorarle) ed in particolare quelle che trattano l’oro, questo perché la sua estrazione ha subito un forte calo lo scorso anno mentre la richiesta di oro (quasi esclusivamente per investimento) è stata stimata nel 2008 in un + 64%, ecco che allora gli investitori hanno puntato gli occhi su queste società nella prospettiva di un loro forte recupero.
In dollari oncia l’oro è stato quotato ad un minimo di 918,80 mercoledì 25 e ad un massimo di 957,55 mercoledì 23, mentre il dollaro è stato scambiato a 1,3722 lunedì 23 e a 1,3270 lunedì 27.
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