I significativi, seppur deboli, segnali di ripresa dell’economia mondiale stanno influendo sul prezzo dell’oro. E’ segnalato un momento di stasi ovunque, quasi come se gli investitori stessero aspettando di vedere “come butta” per indirizzare poi i loro acquisti.
Così i 1000 dollari oncia che sembravano ormai dietro l’angolo si stanno allontanando e si guarda ora ai 930 come baluardo: se non dovessero tenere si parla di una discesa attorno ai 900 dollari oncia.
In Sud Africa ci sono pericoli di scioperi (aziende e lavoratori hanno deciso per un arbitrato) e questo, forse, al momento, potrebbe supportare il prezzo dell’oro.
A smuovere un po’ le acque ci ha pensato comunque la Cina con la voce circolata di acquisti di “$80 billion in gold (about 2600 tonnes)”.
La scorsa settimana il minimo è stato a 914,95 martedì 23 il ed il massimo a 949,00 venerdì 26.
Sempre a proposito di miniere ha smosso un po’ i mercati finanziari la notizia di contatti, in vista di una possibile fusione, tra la Anglo American, colosso del platino e dei metalli preziosi, e la svizzera Xstrata, leader in Sud Africa dell’estrazione del ferro-cromo e terzo esportatore di carbone.
Nonostante le notizie di stabilizzazione delle vendite di auto, specialmente in Europa, il platino continua a soffrire ed è sceso sotto l’importante soglia di 1200 $/oz. Anche l’argento è in discesa nonostante il record storico di acquisti in ETF.
Per quanto riguarda invece il dollaro, è stato scambiato a 1,3831 lunedì 22 a 1,4114 mercoledì 24.
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