Quello che si pensava non potesse mai accadere: l’agenzia di rating «Standard and Poor’s» lunedì scorso ha minacciato di declassare gli Stati Uniti.
La più grande e potente economia del mondo al livello della Grecia dunque?
Per ora si tratta solo di un avvertimento, ma, dice l’agenzia, «se un accordo sulla riduzione del debito americano non sarà raggiunto nel giro dei prossimi due anni, c’è una probabilità su tre di downgrade».
E allora le borse hanno perso un 3%, l’oro ha fatto l’ennesimo record superando i 1500 $/oz., l’argento è salito sopra i 45 $/oz, il petrolio ha raggiunto i 124 $ al barile.
L’agenzia rivale «Moody’s» ha invece confermato la sua valutazione: da più parti si è tornati a chiedersi se possibili, enormi ripercussioni sulle economie mondiali possano essere determinate da delle valutazioni prese in un qualche ufficio.
C’è anche da dire però che «gli Stati Uniti sono l’unico Paese con il rating massimo a non aver ancora fatto nulla per ridimensionare il debito cresciuto rapidamente dopo la crisi subprime e la recessione».
Preoccupazioni ci sono anche sulla possibilità che la Grecia non sia in grado di onorare il suo debito; la svolta politica in Finlandia potrebbe mettere in pericolo gli aiuti al Portogallo; Europa, Cina e Stati Uniti stanno registrando un tasso d’inflazione più alto del previsto: e allora a quando i 1600 $/oz per l’oro?
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1480,08 lunedì 18 e la massima di 1508,90 giovedì 21; il dollaro è stato scambiato 1,4186 lunedì 18 e a 1,4648 giovedì 21.
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