L’assalto alla resistenza posta a 1300 $/oz era fallito settimana scorsa, ma senza eccessive perdite visto che il metallo era rimasto stazionario attorno ai 1280/1290 $/oz. Vedremo ora se l’arretramento era servito solo per prendere la rincorsa e superare l’asticella o se continuerà ad arretrare fino ai 1240 $/oz (la settimana inizia comunque con l’oro a 1320 $/oz).
Sembrava quasi fatta quando, ad inizio settimana, era uscita la notizia che Cipro non avrebbe più venduto il suo oro. Ricordiamo che, appena se ne era parlato, il prezzo del metallo aveva fatto registrare un crollo attorno al 15%, certo non per la quantità di metallo che sarebbe stata immessa sul mercato (poche tonnellate), quanto per la paura che l’operazione potesse essere poi replicata da altri paesi.
Non ha di questi problemi la Cina che continua invece ad importare oro: 80 tonnellate ad aprile, 109 a maggio e sono così più di 400 dall’inizio dell’anno. La corsa all’acquisto da parte dei privati non si arresta.
E’ stato però segnalato il pericolo di un ritorno all’hedging (la produzione viene venduta in anticipo bloccandone il prezzo), una pratica che, se applicata su larga scala, può solo deprimere ancor di più la quotazione del metallo.
Negli Emirati Arabi Uniti, il quinto paese al mondo per numero di obesi, hanno deciso di premiare chi perderà peso aggiudicando, al vincitore, un grammo di oro per ogni chilo perso: povero, nobile metallo giallo scambiato con un po’ di ciccia!
La quotazione dell’oro in dollari/oz ha fatto segnalare contemporaneamente il minimo, 1272,68 $/oz, ed il massimo, 1298,63 $/oz, nella giornata di mercoledì 17; il dollaro è stato scambiato a 1,3005 lunedì 15 e a 1,3166 martedì 16.
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