La decisione della Fed di non intervenire con ulteriori “allentamenti quantitativi” (in pratica più soldi in circolazione) sta condizionando le quotazioni dell’oro.
Questo perché il metallo giallo è sempre visto come il bene rifugio per eccellenza a cui rivolgersi, come in questo caso ad esempio, quando si temono effetti inflattivi.
Le “buone” notizie sull’andamento dell’economia americana hanno fatto inoltre guadagnare posizioni al dollaro, ai massimi negli ultimi mesi, e anche questo contribuisce a spostare gli investimenti dal metallo giallo al biglietto verde.
E così il platino è tornato a costare più dell’oro, come è quasi sempre stato d’altra parte, un po’ grazie anche alla ripresa dell’industria automobilistica americana e un po’ per i problemi estrattivi (-20%) causati dagli scioperi in Sud Africa.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1714,76 lunedì 12 e la minima di 1637,05 mercoledì 14; il dollaro è stato scambiato a 1,3187 martedì 13 e a 1,3017 mercoledì 14.
Ultimi Commenti