Cosa è successo venerdì scorso quando l’oro ha perso circa 30$ all’oncia in poche ore? Questa volta nessuna manovra a tavolino. L’oro stava piano, piano, faticosamente risalendo la china arrivando a superare, in questo aiutato dalla debolezza del dollaro, quota 1400 $/oz, ma non era ancora una posizione consolidata, così è bastato che uscissero i dati americani sull’occupazione (non-farm payrolls, comunicati ogni primo venerdì del mese) per fare scendere le quotazioni.
Dati positivi? No. E’ questa la cosa strana: la disoccupazione è salita, anche se di poco, dal 7,5% al 7,6% e quindi la notizia avrebbe dovuto sostenere il prezzo dell’oro, questo dato però dovrebbe allontanare la possibilità che la FED smetta a breve di stampare soldi, come qualcuno temeva, e la cosa ha reso felici i mercati.
Infatti la paura adesso è quella del momento in cui la FED smetterà con la sua politica di QE (il nuovo termine da imparare ora è «tapering», in inglese «diminuire gradatamente») anche perché nessuno sa cosa potrà accadere quando questo succederà.
Intanto la Borsa di Tokyo continua a perdere trascinando con se tutte le altre borse.
Insomma, i mercati finanziari sono in sofferenza, continuano, in ogni parte del mondo, i record di acquisti di oro da parte dei privati eppure il prezzo del metallo giallo scende: mistero!
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1368,86 martedì 11 e la massima di 1394,67 giovedì 13; il dollaro è stato scambiato a 1,3182 lunedì 10 e a 1,3373 giovedì 13.
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