Nuovo record dell’oro che ha superato i 1100 dollari/oncia.
La spiegazione ricorrente è che la causa del rialzo sia da ascriversi ad un forte acquisto di metallo da parte dell’India, come se fosse una novità che certi paesi stanno incrementando le loro riserve d’oro, come se non si parlasse da mesi ormai di una quotazione attorno ai 1200 dollari/oncia.
Comunque vediamo cosa è successo. Avevamo scritto che il FMI aveva deciso di vendere circa 400 tonnellate di oro ed ora la prima sostanziosa trance, 200 tonnellate, è finita alla banca centrale indiana a fine ottobre, ad un prezzo medio di 1045 dollari/oncia. Intanto la BCE, durante una riunione a Londra della LBMA, ha detto che le riserve europee ammontano a 10800 tonnellate (un terzo di quelle mondiali) e che non dovrebbero intervenire significativi cambiamenti nei prossimi anni perché l’oro «contribuisce alla diversificazione del rischio».
La Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati ha emesso una risoluzione con la quale impegna il governo a convocare «un tavolo settoriale interministeriale dedicato al settore orafo-argentiero-gioielliero», lo scrive «Arezzonotizie» che da conto anche delle richieste che l’Associazione Nazionale Orafi di Confartigianato vuole sottoporre al governo.
Innanzitutto l’eliminazione dei dazi doganali per i prodotti italiani ed europei con i paesi dell’Ocse; un impegno maggiore contro le contraffazioni e obbligo per i paesi extra Ue di identificare i loro gioielli con un marchio che ne attesti l’origine; eventi che promuovano il Made in Italy nel mondo ed infine la sospensione temporanea delle rese di prestito d’uso alle banche.
La scorsa settimana l’oro ha toccato il valore di 1043,25 dolalri/oncia lunedì 2 e quello 1097,45 venerdì 6; il dollaro è stato scambiato a 1,4636 martedì 3 e a 1,4901 venerdì 6.
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