Un’altra settimana molto agitata per l’oro.
La discesa in campo dei governi centrali ha dapprima dato euforia ai mercati finanziari che hanno recuperato con numeri a due cifre, ma il trend non è durato a lungo e l’orso è tornato a bramire.
Le quotazioni dell’oro ne hanno naturalmente risentito e lo abbiamo visto passare, dimostrando comunque qualche incertezza lungo il percorso, da 19 a 22 euro al grammo (per poi tornare a precipitare questa settimana).
L’altalena continua: da una parte c’è una forte liquidazione di investimenti finanziari a favore appunto dei metalli preziosi (e dei titoli a reddito fisso) e dall’altra la crisi di liquidità degli investitori istituzionali che danno fondo alle riserve di oro per farvi fronte.
La sensazione che si ha, nel nostro piccolo, è una diffusa sfiducia da parte del cittadino comune che è corso ad investire, chi tanto chi poco, in lingotti d’oro in cerca di sicurezza: in questi giorni la richiesta maggiore di metallo è arrivata infatti dai privati più che dai nostri tradizionali clienti.
Qualche oscillazione anche per gli altri preziosi.
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