Il metallo giallo continua a subire i contraccolpi della crisi che sta investendo i mercati finanziari a livello mondiale: si ammette ormai che sia la crisi peggiore da quella tristemente famosa del ’29.
L’approvazione negli USA del pacchetto di 700 miliardi di dollari aveva dato qualche speranza ed infatti l’oro era di colpo sceso a 833 dollari/oncia, ma è stata una speranza che è durata poco e ieri (come potrete vedere nel grafico la prossima settimana), in quella che è stata definita “ l’11 settembre delle banche”, il prezzo è nuovamente balzato a 873 $/oz.
Le previsioni (per quanto sia possibile farle in questo momento) danno, nel lungo termine, una crescita dell’oro: da una parte la crisi finanziaria e la poca liquidità che ne deriva produrrà un calo nell’offerta del metallo che ne provocherà quindi un aumento del prezzo; dall’altro la crisi produrrà inflazione e quindi un maggior interesse per il bene rifugio per eccellenza. A settembre la zecca americana ha dovuto cessare la vendita di monete perché aveva esaurito le scorte d’oro!
Platino e Palladio risentono molto meno della situazione attuale perché sono si metalli preziosi, ma prevalentemente ad uso industriale (catalizzatori delle automobili soprattutto) e quindi la probabile flessione nelle vendite ne diminuirà la richiesta.
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