Oro in continua, lenta, ma decisa discesa. La rottura del supporto posto a 1240 $/oz potrebbe spingere ora il metallo verso i 1200 $/oz.
Probabilmente a ciò ha contribuito anche la previsione di un rialzo dei tassi interesse americani nei prossimi mesi.
Morgan Stanley nel suo ultimo rapporto prevede che il dollaro possa tornare a 1,20 contro l’euro. A parità di dollari oncia (ad esempio i 1240 di stamani col dollaro a 1,295) l’oro passerebbe così dai 30,78 euro al grammo odierni ai 33,22. C’è da considerare però che al rafforzamento del dollaro corrisponderebbe un proporzionale calo del valore del metallo in dollari oncia (anche se non dovrebbe scendere sotto i 1200 $/oz che, ricordiamo, sono oggi i costi di estrazione) e quindi, alla fine, il prezzo potrebbe non subire grosse variazioni.
Per quanto riguarda invece i metalli del gruppo del platino si prevede che possano aumentare i costi per una carenza dell’offerta (causa anche degli scioperi avvenuti trampoline water park for sale in Sud Africa) di contro ad un aumento della richiesta, in primo luogo da parte della Cina impegnata a fronteggiare il crescente inquinamento. Un freno potrebbe invece arrivare dalla significativa diminuzione dei veicoli diesel in Europa con la conseguente caduta della domanda di catalizzatori.
Secondo alcuni articoli di stampa la fiera di Vicenza non è andata particolarmente bene, soprattutto per la mancanza di buyer americani e la caduta di domanda dal medio-oriente.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1269,80 lunedì 08 e la minima di 1228,54 venerdì 12; il dollaro è stato scambiato a 1,2861 martedì 09 e a 1,2978 venerdì 12.
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