Leggera discesa dell’oro la scorsa settimana. Sembra quasi che gli operatori siano in attesa di vedere gli eventi prossimi venturi.
I dati che arrivano però non sono proprio esaltanti: negli Stati Uniti le richieste per il sussidio di disoccupazione sono state più alte del previsto (+ 277mila); in Germania la produzione industriale a novembre ha fatto registrare un – 0,3% (quando ci si aspettava invece un + 0,5%); in Francia il calo è stato invece dello 0,9% (contro una stima di – 0,7%).
Poi, naturalmente, c’è il problema della Cina, non tanto per il calo della produzione, che certamente non poteva continuare a correre come gli ultimi anni, ma per il fatto che la sua economia è cresciuta troppo rapidamente: i debiti delle imprese e delle famiglie hanno raggiunto livelli preoccupanti e ciò potrebbe far scoppiare qualche pericolosa bolla.
E la Banca Mondiale ha appena tagliato le sue previsioni di crescita economica globale per il 2016 dal 3,2% al 2,9%, a causa di una crescita debole dei principali mercati emergenti.
Insomma, danno tutti per temporaneo il rialzo dell’oro, ma non sembra che le situazioni politico/economiche inducano molto all’ottimismo.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1107,33 lunedì 11 e la minima di 1073,23 giovedì 14; il dollaro è stato scambiato a 1,0810 mercoledì 13 e a 1,0968 venerdì 15.
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