La scorsa settimana l’oro è sceso di una ventina di dollari all’oncia. Un calo fisiologico: essendo salito tanto e velocemente un assestamento era nell’ordine naturale delle cose (calcolando anche le inevitabili prese di profitto).
Il problema invece è capire adesso quale direzione prenderanno le quotazioni e qui non si può prevedere nulla con sicurezza perché troppi sono i fattori che contribuiscono a determinarle.
La tendenza in questo momento vede il prezzo dell’oro in discesa (attorno ai 1300 $/oz): 1) le tensioni tra Usa e Corea, a meno di colpi di testa di Kim Jong-un, sono destinate a rientrare, 2) il dollaro sta recuperando qualche posizione, 3) le posizioni lunghe e speculative sui futures.
A sostenere le quotazioni invece potrebbe contribuire la FED che, nella riunione di mercoledì 20, dovrebbe chiarire le sue intenzioni riguardo i tassi d’interesse. Con i danni provocati dai recenti uragani i mercati si aspettano che il loro rialzo venga posticipato.
Intanto la Bundesbank, la banca centrale della Germania, kids bounce house ha annunciato di aver completato il rimpatrio dell’oro stoccato all’estero. La richiesta era stata avanzata nel 2013 e sembrava che il trasferimento sarebbe stato completato non prima del 2020 (sollevando molti dubbi sulla reale esistenza dell’oro nei forzieri americani!). L’oro italiano invece continua a rimanere nelle mani degli Stati Uniti…
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1342,05 lunedì 11 e la minima di 1319,67 giovedì 14; il dollaro è stato scambiato a 1,2024 lunedì 11 e a 1,1853 giovedì 14.
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