Mercoledì scorso il preannunciato attacco americano in Siria ha fatto di colpo impennare l’oro che ha superato i 1364 $/oz . Così giovedì in tanti hanno cercato di portare a casa il guadagno e l’oro ha subito la più forte contrazione giornaliera dalla fine di marzo. Essendo dato per scontato, l’attacco non ha poi, una volta lanciato, influito più di tanto sulle quotazioni.
Sulla discesa dell’oro hanno influito anche i resoconti della riunione della FED che i mercati hanno interpretato come prossimi (giugno e settembre) i due nuovi rialzi dei tassi.
Precedentemente le dichiarazioni del presidente Trump, secondo le quali la Cina eliminerà le barriere commerciali, aveva fatto supporre a molti che, al di là degli scontri di facciata, dietro le quinte le due potenze stessero trattando. E questo aveva in qualche modo rasserenato i mercati che avevano distolto la loro attenzione dall’oro che aveva perso così qualche posizione.
Poi il metallo è tornato a salire chiudendo a valori superiori a quelli di inizio settimana. Sicuramente siamo in un momento di estrema volatilità dei mercati, ma nelle prossime sedute il metallo dovrebbe rimanere nelle mire degli investitori. Oggi apriamo a 1344 $/oz.
Il Tesoro ha piazzato 6 miliardi di bot ad 1 anno con rendimento a -0,399: ovvero si paga per prestare soldi allo stato.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1327,28 lunedì 09 e la massima di 1364,69 mercoledì 11; il dollaro è stato scambiato a 1,2266 lunedì 09 e a 1,2392 mercoledì 11.
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