E finalmente un accordo è stato raggiunto. C’è solo da sperare che quanto è accaduto possa servire da lezione a tutti (comunque siamo ben lontani dall’essere usciti dalla crisi: un accordo è una cosa e i fatti sono un’altra).
Al contrario dei mercati finanziari (l’indice VIX, che misura la volatilità della Borsa, è salito quasi del 30%), l’oro non aveva manifestato alcun particolare disagio per l’esito del referendum greco. Perché? Gli analisti spiegano che una causa potrebbe essere stata la vendita di oro da parte dei grandi investitori per andare a compensare le perdite delle borse.
Poi, settimana scorsa, il metallo ha iniziato a scendere, forse mostrandosi più lungimirante delle borse per quanto riguarda l’esito dell’accordo. Adesso però staremo a vedere, l’oro ormai ha dimostrato di essere imprevedibile.
E intanto è stato il panico in Asia: la borsa cinese ha bruciato 3000miliardi di dollari (in confronto il debito greco sono noccioline!); in meno di un mese ha perso il 30% del suo valore, il 50% dei titoli quotati ha sospeso le contrattazioni e le assicurazioni del governo non sono servite a frenarne la caduta. Ma da una borsa che in un solo anno aveva guadagnato il 150% forse ci si poteva aspettare almeno un ridimensionamento. A questo punto comunque il governo è intervenuto direttamente e stamani la borsa ha aperto con un +3,5%.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1175,59 lunedì 06 e la minima di 1150,00 mercoledì 08; il dollaro è stato scambiato a 1,0923 martedì 07 e a 1,1204 venerdì 10.
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