Neppure la guerra dei dazi tra Stati Uniti, Cina ed Europa ha smosso il mercato dell’oro, anzi, in settimana il metallo ha perso più di 20 dollari all’oncia. Come sempre minima differenza in euro per il contemporaneo guadagno del dollaro.
Ma forse l’annuncio di un incontro tra il presidente degli Stati Uniti e quello della Corea del Nord ha smorzato un po’ le preoccupazioni di carattere geopolitico e le due cose si sono alla fine bilanciate.
C’è chi sostiene che la caduta del prezzo del platino, inferiore ormai anche al palladio (palladio che è cresciuto più del 50% lo scorso anno), sia dovuto in buona parte alla sempre più scarsa produzione di motori diesel per i quali era una componente fondamentale. In questo campo è stato sostituito dal palladio, ma adesso che i loro valori si sono invertiti potrebbe ribaltarsi nuovamente la situazione. Una situazione, il basso prezzo del platino, che comunque non dovrebbe durare a lungo se, secondo alcune previsioni, nel 2018 mancheranno all’appello più di 270mila once di metallo.
Buoni i dati sulla occupazione americana resi noti venerdì: 310.000 nuovi posti di lavoro contro i 200.000 previsti e questo ha influito sul l’andamento del dollaro.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1340,55 martedì 06 e la minima di 1316,35 venerdì 09; il dollaro è stato scambiato a 1,2437 mercoledì 07 e a 1,2277 venerdì 09.
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