Sembrava che la discesa del prezzo dell’oro fosse ormai inarrestabile, ma a fine settimana la tendenza si è improvvisamente e decisamente invertita.
Forse per i dati deludenti delle esportazioni cinesi, forse per il prezzo del petrolio che continua a rimanere sotto i 40 $ al barile.
Andiamo verso una penuria di oro? Responsabili della Randgold (operante soprattutto in Mali) hanno affermato che le industrie estrattive non potranno sopravvivere con le attuali quotazioni del metallo, dovendo anche tener conto dei continui aumenti dei costi di produzione.
E questo mentre in Cina probabilmente quest’anno si batteranno tutti i record di domanda di oro, sia da parte dei privati (+54 tonnellate) che da parte della banca centrale che ormai ne acquista quasi 15 tonnellate al mese.
E sempre riguardo alla Cina, da ottobre del prossimo anno lo yuan entrerà a far parte del paniere delle valute di riferimento del FMI e “peserà” per quasi l’11%.
Durante un incontro pubblico la presidente della FED, Janet Yellen, ha quasi annunciato il tanto atteso aumento dei tassi d’interesse: immediatamente il dollaro ha guadagnato sull’euro portandosi ai massimi da 8 mesi. Anche perché il giorno dopo Draghi ha affermato che invece la BCE continuerà con il tasso fisso fino al 2017 e con liquidità illimitata.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1049,79 giovedì 03 e la massima di 1087,64 venerdì 04; il dollaro è stato scambiato a 1,0547 giovedì 03 e a 1,0938 venerdì 04.
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