Il dollaro in ripresa (il Dollar Index ha segnato il record degli ultimi cinque anni) e la mancanza di un timore inflazionistico (vedi anche la discesa del prezzo del petrolio) penalizzano il prezzo dell’oro che continua a perdere terreno (siamo ai minimi del 2010) anche se, venerdì, il metallo ha recuperato più del 3% in poche ore. Ma siamo anche ormai a ridosso dei costi di estrazione: 7 delle 19 più importanti società sono già in perdita segnala Bloomberg.
Come sempre, quando ci sono repentine e consistenti variazioni di prezzo, si parla di speculazioni: solo nella notte tra martedì e mercoledì scorsi (quando era aperto il mercato asiatico) sono stati venduti, in un colpo solo, contratti Futures per la modica cifra di 1500 miliardi di dollari.
Per una Banca Centrale che pone fine al suo programma di Quantative Easing, la FED americana, ecco che quella giapponese (BOJ) ha deciso di aumentare a 80000 miliardi di yen (circa cheap water trampoline for sale 570 miliardi di euro) l’intervento di stimolo economico già in atto, mentre per quello che riguarda quella europea (la BCE) la prossima trance di erogazioni passerà da poco più di 80 miliardi di euro a 170. Peccato che proprio un sondaggio svolto dalla BCE con primarie banche ha evidenziato che i Tltro (Targeted long term refinancing operations) non porteranno ad un aumento del credito a favore di aziende e privati, ma solo ad un miglioramento delle condizioni di chi già vi accede.
Naturalmente c’è sempre da considerare poi il «fattore Svizzera» con il risultato del referendum di fine mese che pesa come una spada di Damocle sui mercati.
Quotazione minima e massima dell’oro si sono registrate nella stessa giornata di venerdì 7: 1132,95 e 1186,00 $/oz; il dollaro è stato scambiato a 1,2565 mercoledì 5 e a 1,2371 venerdì 7.
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