L’oro continua a scendere ed è ormai stabilmente sotto quei 1200 $/oz che da molti era considerata una sorta di barriera psicologica.
A contribuire a questo calo delle quotazioni (-8% dal giorno delle elezioni americane) le ormai note questioni: rialzo dei tassi d’interesse a dicembre da parte della FED, rally del dollaro, freno degli acquisti in India (crollato del 75% il mercato dopo le misure monetarie adottate dal governo) alle quali si è aggiunta la riunione dell’Opec tenutasi il 30 scorso che ha fatto risalire il prezzo del greggio.
Sembra dunque che tutto, o quasi, complotti contro l’oro, ma non bisogna mai abbassare la guardia perché basterebbe anche un semplice rumor per invertire questa tendenza.
Con un emendamento al disegno di legge di Bilancio Jumpy house 2017, approvato dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati nel corso della seduta del 10 novembre 2016, è stato modificato l’art. 17, commi 5 e 6, D.P.R. n. 633/1972, estendendo l’applicazione del reverse charge alle cessioni di oggetti finiti usati, sia d’oro che di altri metalli preziosi, destinati ad essere fusi e/o affinati.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1197,31 lunedì 28 e la minima di 1162,70 giovedì 01; il dollaro è stato scambiato a 1,0685 martedì 29 e a 1,0570 venerdì 02.
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