Gli analisti prevedono fino a dicembre un andamento altalenante del prezzo dell’oro, fino a quando cioè non si saranno chiariti alcuni scenari: elezioni americane, decisioni della Fed sui tassi, conseguenze della Brexit.
Ma alla fine, tra alti e bassi, la Citigroup stima un range tra i 1300 e i 1350 $/oz. fino alla fine dell’anno.
Il WGC ha comunicato i dati sui primi sei mesi dell’anno: la domanda mondiale di oro ha raggiunto le 2335 tonnellate delle quali 1064 solo d’investimenti, un 16% in più dello storico risultato conseguito nel 2009.
Tutti guardano lontano, alla Cina, il cui debito fuori controllo fa dire a qualcuno che una pesante crisi economica potrà registrarsi da qui a tre anni. Ma forse dovremmo guardare un po’ più vicino a noi, in Germania, alla Deutsche Bank: si parla addirittura di rischio di tracollo tanto che, con la continua caduta in borsa, Jumping house for sale i suoi titoli sono al minimo da 24 anni a questa parte. La situazione della Banca è anche aggravata da una multa di 14 miliardi di dollari inflitta dalle autorità americane per attività speculative.
Le autorità americane in queste cose non scherzano: hanno già comminato 46 miliardi di dollari di multe a diverse banche per aver ingannato i risparmiatori sulla sicurezza dei titoli emessi. In america si sanzionano i truffatori, in Italia i truffati (vedi il caso delle quattro banche)!
Intanto “la lunga marcia” si è conclusa: dal 1° ottobre lo yuan (o renminbi, «moneta del popolo») è entrato a far parte delle valute di riserva del Fondo Monetario Internazionale. Era dal 2009 che la Cina provava a far entrare la sua valuta in questo paniere.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1341,43 lunedì 26 e la minima di 1317,85 giovedì 29; il dollaro è stato scambiato a 1,1275 lunedì 26 e a 1,1176 venerdì 30.
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