Benché la situazione politico/economica rimanga abbastanza tesa, l’oro non sembra approfittarne.
Gli ultimi dati economici americani sono risultati leggermente inferiori alle aspettative degli analisti, però l’aumento del prezzo del petrolio potrebbe innescare l’inflazione, fino ad ora rimasta bassa.
Ma come sempre saranno le decisioni che prenderà la FED in merito ai tassi a incidere sul corso dell’oro. I verbali resi pubblici la scorsa settimana, riguardanti la riunione di maggio, hanno mostrato che i membri sono equamente divisi tra chi vorrebbe per quest’anno due aumenti dei tassi d’interesse e chi invece tre. L’incertezza sulle prossime mosse ha così favorito in parte l’oro che ha provato a tornare stabilmente sopra i 1300 $/oz, guadagnando un euro al grammo, ma senza riuscirci per ora. Oggi apriamo infatti a 1297 $/oz.
Notizie contrastanti dal distretto dell’oro di Arezzo. Secondo il periodico report di Intesa, gli ultimi tre mesi del 2017 hanno fatto segnare un +21% dell’export verso gli Stati Uniti, ma anche un -14% verso Dubai. Comunque il 2017 ha portato, nel complesso, un positivo +5,5% rispetto al 2016.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1282,63 lunedì 21 e la massima di 1313,60 giovedì 24; il dollaro è stato scambiato a 1,1824 martedì 22 e a 1,1652 venerdì 25.
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