Sulla quotazione dell’oro pesa la forza del dollaro: da 1,15 di metà ottobre siamo arrivati adesso a 1,07. Naturalmente la ventilata ipotesi di un rialzo dei tassi americani tra un mese condiziona positivamente il dollaro e fa perdere all’oro il suo stato di bene rifugio.
Dollaro spinto anche dagli gli ultimi, positivi dati americani: quasi 200.000 nuovi posti di lavoro ad ottobre con un tasso di disoccupazione sceso al 5%, minimo dall’aprile 2008.
L’inizio di ottobre per l’oro era stato molto promettente, ma poi la quotazione non era riuscita ad infrangere la resistenza dei 1180 $/oz e da li era iniziata la discesa che lo ha portato stamani a 1095 $/oz. Il supporto è ora visto a 1100 e se dovesse romperlo potremmo vedere i 1000 $/oz.
In Cina è nuovamente corsa all’oro: la crisi della borsa ha spaventato gli investitori che ora riversano sull’oro le loro attenzioni, in questo momento il premio è salito fino a 6 $ all’oncia. Qualcuno ipotizza che, nel secondo semestre, potrebbe esserci un aumento di richiesta dell’oro del 25%. Intanto si è concluso il 13° Piano quinquennale: è stato dichiarato che la crescita dovrà mantenersi al 6,5% annuo per raddoppiare entro il 2020 il PIL ed il reddito procapite di quella che è la seconda economia del mondo.
La quotazione massima dell’oro in dollari/oz è stata di 1142,24 lunedì 02 e la minima di 1087,15 venerdì 06; il dollaro è stato scambiato a 1,1049 lunedì 02 e a 1,0717 venerdì 06.
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