Come si può vedere dal grafico, l’andamento dell’oro è stato alquanto altalenante la scorsa settimana: in dollari/oncia ha recuperato diverse posizioni (anche se oggi apriamo a 1254 $/oz, in ribasso rispetto alla chiusura di venerdì), ma in euro alla fine ha “ballato” solo di 50 centesimi.
L’euro continua a rafforzarsi sul dollaro, in soli tre mesi ha guadagnato più del 10% e questo naturalmente sostiene l’oro essendo la sua quotazione espressa in dollari/oncia.
La debolezza del dollaro è dovuta soprattutto alle difficoltà che sta incontrando il presidente americano Trump nel varare la sua riforma fiscale che tanto aveva entusiasmato i mercati; la forza dell’euro è invece dovuta Water bounce house in buona parte alle aspettative di un prossimo tapering, ovvero l’uscita dall’attuale Quantitative Easing (detto in italiano la BCE smetterebbe di acquistare titoli di stato, la qual cosa serve ad immettere denaro -60 miliardi al mese- nell’economia dei paesi UE), anche se, nella riunione di giovedì, Mario Draghi non ha dato certezze in questo senso.
Questo per quanto riguarda il cambio dollaro/euro, per quanto concerne invece l’oro in quanto tale c’è da dire che le prudenti dichiarazioni del capo della FED hanno alimentato qualche dubbio sui prossimi aumenti dei tassi d’interesse e così l’oro, in dollari/oncia, la scorsa settimana ha fatto segnare un picco superando i 1260 $/oz.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1229,18 lunedì 17 e la massima di 1262,80 venerdì 21; il dollaro è stato scambiato a 1,1438 lunedì 17 e a 1,1679 venerdì 21.
Ultimi Commenti