Positivo inizio d’anno per l’oro. In euro sicuramente per il recupero del dollaro il cui rapporto è passato da 1,2500 di fine anno all’ 1,148 di settimana scorsa, ma anche per la sua quotazione che, dal minimo di 1142 $/oz di novembre, è risalita ora oltre ai 1270 $/oz.
I motivi di questo recupero sono diversi: 1) la FED non è ancora in grado di rialzare i tassi d’interesse, manovra attesa dai mercati da mesi; 2) il calo del prezzo del petrolio accresce la spinta deflazionistica; 3) le elezioni in Grecia del 25 gennaio fanno temere per la situazione politica, e quindi economica, del paese; 4) lo sganciamento del franco svizzero dall’euro e la paura che le banche centrali stiano nuovamente perdendo il controllo dei mercati.
Ecco che allora l’oro torna ad essere visto come kids inflatable water park «bene rifugio» e, nonostante le previsioni pessimistiche dei soliti analisti, il metallo giallo in questo momento pare godere ottima salute.
Anzi, potrebbe anche essere l’inizio di un nuovo trand positivo anche perché, secondo alcuni studi fatti su dati comunicati dalle società estrattive (vedi la «Global Metals & Mining Conference» tenutasi a novembre), l’attività estrattiva dell’oro avrebbe raggiunto il suo massimo proprio lo scorso anno e, non essendo più stati scoperti grossi giacimenti, l’offerta di metallo subirà una costante, seppur lenta, diminuzione.
Meno oro in circolazione vuol dire naturalmente, per la legge della domanda e dell’offerta, prezzi più alti.
Intanto l’agenzia Standard&Poor’s sta patteggiando con il dipartimento di giustizia americano una multa da 1miliardo di dollari per rating manipolati e questo la dice lunga sulla credibilità di certe “istituzioni”.
La quotazione minima dell’oro in dollari/oz è stata di 1219,59 lunedì 12 e la massima di 1278,25 venerdì 16; il dollaro è stato scambiato a 1,1868 lunedì 12 e a 1,1480 venerdì 16.
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