La legge di Gresham è un semplice principio monetario che dice:
«La moneta cattiva scaccia quella buona»
Thomas Gresham fu un mercante e banchiere inglese del XVI secolo al quale fu attribuita l’enunciazione della omonima legge nel 1551 ma era un concetto già espresso dal Copernico nel suo trattato sul conio del 1525 e addirittura, come dice Wikipedia, da Aristofane nel 405 a.C. nella commedia «Le rane».
Proseguendo con la “legge”, essa definisce in altre parole la tendenza degli operatori economici ad accumulare e quindi togliere dal mercato la moneta “buona” a fronte di una nuova moneta in circolazione, quella “cattiva”, alla quale il “governo” attribuisce lo stesso valore facciale ma che di fatto ha un minore valore intrinseco.
Questa è una legge semplice e logica che si applica water trampoline with slide specificamente quando le monete in circolazione hanno contenuto di metalli preziosi, tipicamente oro e argento, o rame. Se le nuove monete coniate hanno un minor contenuto di materia prima va da sé che quelle vecchie valgono di più e che quindi vengono tesaurizzate e accumulate uscendo di circolazione.
Ma oggi siamo nel XXI secolo e le valute non hanno più contenuto di metalli preziosi. Le banche centrali possono stampare nuova carta in quantità sempre crescenti, con valore legale identico alle banconote attualmente in circolazione. Ultimo esempio è il Quantitative Easing “europeo” lanciato dalla BCE solo poche settimane fa.
Nell’arco dei prossimi 18 mesi la Banca Centrale Europea creerà dal nulla 1 triliardo (due milioni di miliardi di vecchie lire) di nuovi euro al ritmo di 60 miliardi al mese che utilizzerà per monetizzare il debito sovrano dei paesi membri più bisognosi. Una quantità notevole di nuova massa monetaria.
Gli obiettivi del QE europeo sono molteplici: stimolare l’inflazione e farla tornare a crescere, sostenere l’indebitamento dei paesi europei diventando prestatore di ultima istanza, svalutare l’euro per rilanciare l’economia europea.
Con questa operazione la BCE si unisce agli sforzi della BOJ (Japan) e si sostituisce alla FED che invece ha terminato gli acquisti e si prepara ad un rialzo dei tassi.
Mentre durante il 2014 più di 20 banche centrali hanno abbassato i tassi di interesse portandoli in diversi casi addirittura in negativo.
Tutti questi interventi di politica monetaria hanno avuto l’effetto di gonfiare gli assets finanziari, borse e obbligazioni di ogni tipo, per generare quell’effetto ricchezza necessario alla ripresa dei consumi. Questo ha avuto anche l’effetto di “distrarre” capitali dagli assets alternativi come le commodities e i metalli preziosi in particolare.
Come possiamo vedere dal grafico qui sotto, l’oro in euro negli ultimi 3 anni ha avuto una fase di forte ribasso tra l’ottobre 2012 e il
giugno 2013 che l’ha fatto crollare da 44 € a 30 €/gr.
Una seconda fase laterale durata un anno e mezzo, da giugno ’13 a dicembre 2014, durante la quale il prezzo ha oscillato tra i 29 e i 31 €/gr.
Ora una nuova fase. In anticipazione del QE, a inizio 2015, l’oro in euro esce dalla fase laterale (detta di accumulazione) con un sorprendente Break-out che lo proietta a 37 €/gr (+20%) in sole tre settimane per poi nelle ultime cinque ritracciare buona parte del rialzo.
Un fatto sembra ormai assodato: la fase negativa/ribassista che durava da settembre 2011 quando l’oro in $ fece il record a 1.900 $/oz potrebbe essere conclusa.
Lo stesso tipo di Break-out è avvenuto all’oro in quasi tutte le valute del mondo.
La guerra valutaria in atto e la svalutazione competitiva delle monete si riflette inevitabilmente in una rivalutazione dell’unica moneta non svalutabile.
L’effetto della legge di Gresham sta già cominciando a mostrarsi, quantità incredibili di oro fisico sono passate negli ultimi due anni dall’Occidente all’Oriente attraverso la Svizzera e i nuovi mercati di Shangai e Dubai. Le banche centrali di Russia, Cina e di altri paesi asiatici continuano a ritmo sostenuto a comprare oro fisico.
E come scrisse Aristofane nel 405 a.C.:
« Antepirrema / Agio avemmo spesse volte d’osservare come Atene / a quel modo coi più onesti cittadini si contiene / ch’usa pur con le monete vecchie e il nuovo princisbecche. / Tutti sanno che fra quante mai n’usciron dalle zecche, / vuoi d’Ellèni, vuoi di barbari, dappertutto, quelle sono, / e non altre, le più belle: quelle rendono buon suono, / hanno quelle buona impronta, sono prive di mondiglia. / Pure, Atene non le adopera, e ai bronzini oggi s’appiglia, / dalla zecca usciti appena ieri, perfidi nel conio».
Consilia Aurea
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