Riportiamo di seguito un articolo apparso lo scorso anno nella rivista «L’orafo» sull’argomento Palladio.
Fratello prezioso del platino, il palladio, già affermato in Nord America e soprattutto in Asia, entra ora in cataloghi di assoluto prestigio mondiale: «E’ un metallo che farà tendenza -afferma Paolo Battaini-. Perché? Ecco: 1) non richiede grandi investimenti, 2) permette margini interessanti, 3) tecnicamente è ben lavorabile, 4) conserva un valore intrinseco, e 5) incuriosisce. Perché commercialmente è (quasi) nuovo.»
L’anno giusto. E’ davvero un anno palladiano, e mentre Vicenza ricorda il cinquecentesimo del grande architetto Palladio, anche le altre città gioielliere italiane si interessano al palladio inteso come metallo nobile, lavorabile e prezioso. Sotto molti aspetti un “metallo nuovo” e con buona probabilità appetibile da produttori e consumatori in un momento delicato. Un gioiello in palladio può dirsi “alternativo” all’oro, servirà da co-volano dei consumi preziosi? Paolo Battaini insegna Tecnologie di Lavorazione all’Università Bicocca di Milano ed è responsabile della ricerca e sviluppo della 8853 S.p.A., ditta che si occupa dei leghe e di palladio. Certo parte in causa, ma competente.
Gap. Dice Battaini: «Il palladio richiede investimenti inferiori all’oro e consente ugualmente di sviluppare creatività e design; diciamo dunque che rappresenta una buona potenzialità per aziende che intendano sfruttare l’attuale gap tra gioielli di alto livello e gioielli detti accessibili».Dunque un antidoto alla crisi? Battaini: «Naturalmente nessuno è profeta, ma se osserviamo la fortuna avuta negli anni passati dall’ideale fratello del palladio, il platino, possiamo dirci ottimisti».
Il precedente. Il platino si affacciò nel mondo dei gioielli con un buon successo verso la fine dell’age-dèco, tra le due guerre mondiali. A questa affermazione seguì un periodo opaco, in cui la sua fortuna si eclissò. Il platino venne poi rilanciato negli anni ’90 ed impiegò ben 10 anni per arrivare ad una fase di crescita e ottenere notevoli livelli di vendita. Ora lo si giudica “prodotto maturo”, con tutto ciò che questo comporta.
Trend. Le tendenze ora viaggiano in rete e circolano molto velocemente. Va bene, ma che cosa ci insegna l’esperienza del platino? «Che il palladio è in grado di insidiare la posizione del platino» conclude Battaini. La domanda mondiale di palladio tende alla crescita; nel 2008 ha raggiunto quota 780mila once di prodotto complessivo, con il record di 550mila once in Cina. Dopo la Cina arriva il Giappone (quota 80mila), poi il Nord America con 75mila once consumate. E l’Europa? C’è lavoro da fare, ma «prevedo un prossimo volo del Palladio» afferma Battaini.
Quando il gioco si fa duro… A causa della durezza limitata (circa 100 Vickers), le leghe di palladio negli anni ’30 si prestavano poco alla lavorazione in gioielleria. Fu Tyler Teague a creare leghe di palladio che si prestavano alla colata: pure al 95% e durezza di 150 Vickers. La lega attuale (messa a punto da 8853 SpA) dopo lavorazione meccanica raggiunge durezza fino a 300 Vickers.
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