Continuano le sedute negative delle borse, travolte soprattutto dalla discesa del prezzo del petrolio sotto i 30 dollari al barile. E la frenata del PIL americano nel quarto trimestre (+0,7% contro il 2% del periodo precedente) non è certo un segnale incoraggiante.
E se dunque i listini azionari in questo primo scorcio del 2016 hanno perso l’8%, l’oro ha invece guadagnato il 5% riscoprendo in pieno la sua caratteristica principale di bene rifugio.
Solo la scorsa settimana sugli ETP (Exchange Traded Product) sono confluiti quasi 36 milioni di dollari di acquisti in oro, mentre le importazioni cinesi, tramite Hong Kong, a dicembre hanno fatto segnare un aumento del 67%.
Secondo uno studio della Citigroup, l’economia segue quattro cicli e ora staremmo entrando nell’ultima fase, la peggiore naturalmente, dove obbligazioni e azioni scendono contemporaneamente.
Così, la poca fiducia nel sistema finanziario, e nelle manovre messe in atto per cercare di porre rimedio alla situazione critica, ha fatto ipotizzare a qualcuno, come unica soluzione, forse poco ortodossa, ma che risulterebbe efficace, una forte rivalutazione dell’oro (si parla di 8000 $ all’oncia!).
Ora, senza arrivare a questi eccessi, è chiaro che salvaguardare una parte del proprio capitale comprando oro è sempre stata una saggia forma di investimento, anche in tempi “normali”, figuriamoci ora che non possiamo più riporre la nostra fiducia in nulla.
Tranne che nell’oro naturalmente…!
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