Negli ultimi mesi le quotazioni dell’oro sono risalite (+11,5% solo dall’inizio dell’anno), ma esclusivamente per il suo ruolo di bene rifugio, infatti nei campi d’impiego tradizionali si registra una flessione.
Vediamo in dettaglio.
Nel 2015 la domanda di gioielleria, pur avendo fatto registrare un boom nel secondo semestre dell’anno (solo negli ultimi tre mesi un +4% rispetto al 2014), nel complesso è invece scesa del 3%.
Per quanto riguarda i due maggiori paesi consumatori si è visto un calo della richiesta cinese del 3% mentre invece quella indiana è cresciuta del 5%. Male i paesi del Medio Oriente.
In campo industriale c’è stato un calo del 5% lo east inflatables reviews scorso anno. Ma qui è intuibile perché si è sempre alla ricerca di materiali alternativi a quelli preziosi per una semplice questione di costi.
Dicevamo dell’oro come bene rifugio: nel 2015 si è registrato un aumento di vendite di lingotti e di monete dell’8%. Come sempre la domanda più ingente è venuta dall’India e dalla Cina, ma anche dagli Stati Uniti.
Le banche centrali hanno continuato ad acquistare oro lo scorso anno per un totale di 590 tonnellate, più o meno in linea con il 2014.
Un fattore che potrebbe sostenere i prezzi dell’oro (al di la delle speculazioni) è il calo delle scorte di metallo giallo: la produzione mineraria è salita solo dell’1% nel 2015, mentre il mercato del riciclo (lo abbiamo visto con i tanti negozi di Compro Oro che hanno chiuso) è ai minimi da anni. In pratica lo scorso anno l’offerta di oro è calata del 4%, il livello più basso dal 2009.
Come sempre le dinamiche sono molteplici, a volte in conflitto, a volte no e questo impedisce di fare una qualsiasi previsione attendibile.
Ma l’oro è sempre l’oro e ad acquistarne un po’ non si sbaglia mai.
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