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--> (15/Ago/2007)PERCHE’ UN CORPORATE BLOG?
Beh, intanto vediamo cos’è un blog. Il termine deriva da “web-log” che possiamo tradurre letteralmente come “traccia sulla rete”. Il fenomeno nasce nel 1997 quando un commerciante americano appassionato di caccia decise di aprire una pagina personale per condividere opinioni sul suo hobby.
Da allora il mondo del Web non è più lo stesso ed infatti oggi si parla di “Web 2.0” per sottolineare un nuovo modo di concepire, e di fruire, la rete. Qualcuno è arrivato a definirla il “Sesto Potere”.
I motori di ricerca specializzati nel catalogare i blog ci dicono che ne esistono più di 60.000.000 nel mondo (e sono solo quelli registrati) e che crescono al ritmo di 120.000 ogni giorno.
Ma ai “diari on-line”, la formula più comune e conosciuta di blog, si stanno, lentamente per la verità, affiancando i “Corporate Blog” ovvero i blog aziendali.
Ma che differenza c’è tra il “nuovo” blog ed il caro, “vecchio” sito web?
Sicuramente il sito manterrà la sua ragion d’essere ancora per molto tempo, ma rappresenterà sempre e comunque l’”ufficialità” della ditta, il posto che ci permette di conoscere l’azienda, di reperire utili informazioni, ma niente di più. La funzione del blog è invece quella di creare un dialogo tra la ditta ed i suoi clienti (e più in generale con tutto il mondo della blogosfera), ma sotto forma di conversazione: insomma la differenza che c’è tra “comunicare a qualcuno” (il sito) e “comunicare con qualcuno” (il blog).
A questo proposito la rete ha già dettato le sue regole dalle quali nessuno può ormai prescindere, pena il fallimento del suo blog. La prima legge, probabilmente la più importante, è:
“Talk, don’t sell” – “parla, non vendere”
Nessuno si collega ad un blog per leggere dei comunicati stampa, al contrario lo fa per poter intervenire direttamente con le sue opinioni, con le sue critiche nel caso, vuole conoscere e stimolare la ditta stessa, vuole “piegarla” ai suoi interessi; si trova bene, ma pensa che possa essere migliorato un servizio, arriva a suggerire la modifica di un prodotto o a richiederne uno nuovo: il cliente non è più un oggetto passivo, ma vuole diventare un soggetto attivo e la ditta ha tutto l’interesse ad ascoltare queste voci (“Listen, listen, listen” è un’altra delle leggi del blog) per migliorarsi e crescere, oltre a capire quale immagine abbia realmente il suo brand.
Qualcuno ha già detto che, in un futuro probabilmente non molto lontano, “le aziende che non possiederanno un blog, saranno guardate con sospetto, come se avessero qualche cosa da nascondere”.
Ecco, noi ci siamo portati avanti con il lavoro, come si dice.
Siamo qui, non abbiamo scheletri nell’armadio e facciamo il nostro lavoro con passione.
Confrontiamoci: a voi il prossimo “clic”!
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