Quando le grandi multinazionali sono arrivate ad acquisire la maggior parte dei marchi del settore dell’orologeria, hanno scoperto che il mercato delle riparazioni e dell’assistenza si aggirerebbe attorno ai 200/250 milioni di euro l’anno.
Perché farsi sfuggire un piatto così ricco? Ecco allora che, con la scusa che i ricambi originali manterrebbero inalterato il valore dell’orologio (come se i riparatori si fossero sempre dilettati negli assemblaggi di falsi!), hanno avocato a se tutta l’assistenza dei loro prodotti creando di fatto un monopolio che viola la libera concorrenza.
Per il cliente ciò significa che non è più libero di rivolgersi al proprio negozio di fiducia, mentre per gli orologiai riparatori vuol dire chiudere bottega.
Naturalmente questo è un problema che non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’Europa, tanto che è stata fondata la CEAHR (Confederazione Europea Artigiani Orologiai Riparatori) che, da tempo ormai, sta combattendo una battaglia legale su tutti i fronti possibili
Prima si è rivolta alla Commissione Europea che però, dopo 4 anni (!), ha respinto il reclamo per l’irrilevanza economica della questione (!!!). Ora il ricorso è stato presentato alla Corte di Giustizia Europea e anche all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Giustamente la neo costituita «Categoria Orologiai» dell’Associazione Orafa Lombarda (ma l’Associazione Orologiai è a carattere nazionale naturalmente) sottolinea come diversamente la Commissione Europea si fosse comportata con gli autoriparatori obbligando i fabbricanti di automobili a fornire i ricambi e le informazioni tecniche a chiunque ne faccia richiesta.
Dunque gli orologiai riparatori hanno meno diritti degli autoriparatori?
Per far sentire la propria voce, la categoria ha indetto una manifestazione a Roma per venerdì 13 novembre.
Chi fosse interessato può contattare direttamente l’AOL.
Ottobre 2nd, 2015 at 13:00
GRAZIE, tu sei uno di quelli che ha capito; molti ne fanno solo una questione economica di bottega.
Maggio 25th, 2016 at 11:36
[…] già dato conto della vicenda in un nostro precedente articolo, ma torniamo sull’argomento per pubblicizzare un’iniziativa messa in atto in varie città […]